di Roberto Gremmo – Annunciando alla stampa la propria adesione al “Partito Popolare del Nord” l’onorevole Domenico Comino ha precisato in poche, chiarissime parole la linea politica che caratterizzerà la nuova formazione politica capeggiata da Roberto Castelli: “Contro i nazionalismi meridionalisti di ogni tempo e di ogni colore”.
E’ l’annuncio di una svolta copernicana nella vita politica italiana, pari alla scoperta della Padania di Oneto e Bossi.
Scendere in lotta contro il centralismo, demistificare la demagogia assistenzialista, affermare le autonomie locali con mezzi democratici vuol dire uscire dal circo equestre delle forze politiche tradizionali che, tutte e nessuna esclusa, hanno fatto dell’alibi dell’arretratezza del Sud la scusa per continuare a gestire il potere grazie al consenso di una classe politica sudista solo a parole ma in realtà preoccupata di mantenere se’ stessa e le proprie clientele. Lasciando la povera gente a guardare i progetti del ponte con gli immensi guadagni per i potentati economici, ma sempre senza strade, ora anche con l’acqua razionata e, più che altro, in balia del crimine organizzato.
Lo diceva con lungimiranza proprio cent’anni fa il campione del liberalismo Giovanni Amendola che “il problema del Mezzogiorno e’ innanzitutto un problema di spirito e di libertà’, di dignità civile e di corretta amministrazione”.
Eppure dopo un secolo, siamo ancora alla zona industriale per tutto il Sud, ennesima riedizione delle casse del mezzogiorno, dei sussidi speciali a pioggia, dei redditi per nullafacenti, del poltronificio statale, delle raccomandazioni e dei mamma santissima.
La presa di posizione dell’autorevole esponente del nuovo Partito del Nord indica finalmente quello che Bordiga bollava come “il rancido problema del Sud” e focalizza l’attenzione sui danni provocati da sempre dal centralismo, dal burocratismo passacartista e dalla mancanza di amor d’appartenenza della gente comune.
Mettiamo sul conto che non mancheranno gli zampognari di regime che confonderanno meridionalista (politica imbelle) con Meridionale (insieme di Popoli che, come noi, hanno un domani solo in un’Europa delle Piccole Patrie).
Ma, alla faccia loro, la lotta politica cambia registro. Non più destra e sinistra, ma cesarismo o federalismo.