di Benedetta Baiocchi – Tra il dire e il fare c’è di mezzo il governo, ci sono gli uffici ministeriale e c’è tutta la calma di chi è garantito e non ha fretta di chiudere il cerchio legislativo e attuativo delle disposizioni per dire cosa fare, come fare e magari, come pagare chi è in lockdown. Tutto chiaro? Sì, i numeri sono chiarissimi e ancora una volta ce li ricorda la fondazione Openpolis.
Guardate lo stato dell’arte dei cosiddetti decreti attuativi, ovvero i fatti che devono seguire agli annunci in conferenza stampa.

Commenta infatti Openpolis:
La distanza tra comunicazione e realtà
“Quando al governo ci sono alleanze atipiche, la necessità di dare risposte rapide e trovare un accordo tra più parti, porta alla politica degli annunci. Le riunioni del consiglio dei ministri vengono utilizzate mediaticamente per le conferenze stampa del governo ma raramente producono i testi definitivi. Si predilige quindi la comunicazione politica alla produzione legislativa“
La debolezza politica del governo la principale causa.
“Spesso la colpa di questa situazione è attribuita a una macchina burocratica farraginosa, mentre le cause sono anche e soprattutto politiche. Se agli annunci seguono leggi lente infatti è perché manca una chiara e netta direzione politica. Un governo debole, sostenuto da una maggioranza parlamentare instabile, ha difficoltà nel trovare accordi e soprattutto nel definire proposte decise. Un esempio di questa dinamica lo abbiamo avuto con i decreti legge varati in questi mesi.
Come abbiamo visto, l’esecutivo sta facendo massiccio ricorso alla decretazione d’urgenza per legiferare. Ma lo fa utilizzando lo strumento in maniera farraginosa e poco lineare. Spesso i provvedimenti vengono presentati in conferenza stampa ma poi spariscono dai radar ed arrivano al Quirinale molti giorni dopo. Una situazione che rende poco trasparente il processo legislativo“.