Inizia così l’inchiesta a firma di Davide Illarietti sul quotidiano svizzero Il Corriere del Ticino: “Il nuovo polo sanitario pagato con i soldi dei frontalieri, a Lavena Ponte Tresa, doveva essere pronto da un po’. Iniziato nel 2020, il cantiere si è bloccato durante la pandemia per un problema con la ditta appaltatrice. Concorso da rifare, risultato: ruspe ferme per tre anni. A marzo dovrebbero ripartire i lavori per un valore di circa un milione di euro, di cui 650mila forniti dalle tasse di chi ogni mattina fa la coda sul ponte della Dogana per andare a lavorare. È solo uno degli esempi – non il più facile – di come vengono spesi i ristorni dei frontalieri versati ogni anno dalla Svizzera all’Italia”.
E così si scopre che sui ristorni dei frontalieri versati dalla Svizzera all’Italia, “La lista degli importi girati ai Comuni e alle Province di confine non è difficile da reperire: è esibita come un vanto dal Pirellone, affamato di buone notizie in tempi di affanno economico. Il rendiconto di come questi soldi vengono spesi invece non viene reso pubblico – il Ministero dell’Economia e delle Finanza italiano fornisce una copia «riservata» al Cantone – e non resta che contattare uno a uno i fortunati beneficiari”.
Per scoprirlo basta leggere il servizio integrale e porsi, alla fine, più di qualche domanda.
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