Un’ordinanza della Commissione europea, a firma Stella Kyriakides, ha deciso che l’Italia debba provvedere a istituire immediatamente una zona infetta in relazione alla pesta suina africana.La zona rossa dovrà comprendere almeno le aree a sud (Circonvallazione Clodia, Via Cipro, Via di San Tommaso D’Acquino, Via Arturo Labriola, Via Simone Simoni, Via Pietro De Cristofaro, Via Baldo Degli Ubaldi); a sudovest: (Via di Boccea fino all’intersezione con Via della Storta); a ovest-nordovest: Via della Storta, Via Cassia (SS2) fino all’intersezione con Via Cassia Veientana (SR 2 bis); a nordest: Via Cassia Veientana (SR 2 bis) fino all’intersezione con l’autostrada A90 (Grande Raccordo Anulare), autostrada A90 fino all’intersezione con il fiume Tevere; a est-sudest: fiume Tevere.La decisione si applicherà fino al prossimo 31 agosto
E’ quindi in arrivo “un Piano di eradicazione del virus della peste suina africana, condiviso con la Regione Liguria e l’Ispra, che prevedera’ anche l’abbattimento selettivo di alcuni capi di cinghiali”. Intanto “tra oggi e domani sara’ firmata l’ordinanza del commissario straordinario che istituira’ la zona rossa di Roma e regolamentera’ le restrizioni e le attivita’ che si potranno svolgere all’interno dell’area”. Ad annunciarlo Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, intervenendo a Tg2 Italia.
Nel corso della trasmissione e’ stato chiarito come la peste suina non rappresenti un rischio per la salute dell’uomo o degli animali domestici, colpendo solo i suidi. Tuttavia, ha evidenziato Costa, “dobbiamo mettere in atto tutte le misure che ci permettono di contenere il virus, perche’ mette a rischio un comparto economico particolarmente importante per il nostro paese, quello suinicolo, che fattura oltre 7 mld”. “Per quanto riguarda Liguria e Piemonte – ha proseguito il sottosegretario – credo che gia’ questa settimana inizieranno le operazioni per la messa a terra delle recinzioni per contenere il virus”. Per Costa, tuttavia, oltre alle misure di contenimento della peste suina, “va affrontata contestualmente un’altra emergenza, che riguarda la troppa presenza cinghiali, da riportare ai loro habitat naturale, che non possono essere i nostri centri storici e i campi coltivati. Ritengo, quindi, che l’obiettivo debba essere una sensibile riduzione della popolazione e della presenza di cinghiali sul nostro territorio”.