Capacità di testing inadeguato

13 Ottobre 2020
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“Se le azioni messe in campo aumentano in termini assoluti la capacità di testing & tracing, l’aumentata disponibilità di tamponi molecolari e rapidi è ancora inadeguata sia per la crescita esponenziale dei nuovi casi, sia perché sarà in parte assorbita dalla diagnosi differenziale tra infezione da SARS-COV2 e influenza stagionale”. Lo dice Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando le soluzioni del governo per potenziare la capacità di testing. In ogni caso siamo molto lontani dai numeri del cosiddetto ‘Piano Crisanti’ elaborato la scorsa estate, che prevedeva 300.000 tamponi al giorno, sulla scia di quanto già proposto dalla Fondazione Gimbe il 7 maggio: 200-250 casi testati per 100.000 abitanti. “Considerato che i numeri riflettono comportamenti sociali e azioni di contenimento relativi a 2-3 settimane precedenti gli effetti delle misure restrittive del nuovo DPCM non potranno essere immediate. In ogni caso, l’entità delle restrizioni stride con il mancato potenziamento dei servizi territoriali deputati al tracciamento, nonostante le risorse già assegnate dal Decreto Rilancio. Ancora una volta, i ritardi burocratici e i conflitti tra governo e Regioni scaricano sui cittadini la responsabilità del controllo epidemico attraverso restrizioni delle libertà personali” conclude Cartabellotta. Le attività di testing non sono state potenziate in misura proporzionale all’aumentata circolazione del virus, determinando un netto incremento del rapporto positivi/casi testati a livello nazionale che da metà luglio a metà agosto è salito dallo 0,8% all’1,9%, per raggiugere nella settimana 5-11 ottobre il 6,2% con notevoli variazioni regionali: dall’1,7% della Calabria al 14% della Valle d’Aosta, precisa la Fondazione Gimbe.

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