“Sono risultata positiva al Covid-19 dopo avere effettuato un tampone rapido in farmacia. Avevo un leggero raffreddore e ho deciso di verificare. Da quel giorno, pero’, non sono mai stata contattata dall’Azienda sanitaria provinciale, non ho ricevuto alcuna ordinanza di quarantena dal Comune di residenza e non ho usufruito di alcun servizio sanitario pubblico. Dopo quindici giorni sono uscita dalla quarantena grazie a due tamponi rapidi negativi che ho pagato personalmente in farmacia”. La testimonianza raccolta dall’AGI e’ quella di una donna quarantenne che vive in provincia di Catanzaro, ma il problema riguarda tantissime persone che hanno vissuto la stessa esperienza. Da tempo, ormai, in provincia di Catanzaro, ma anche in altre aree della Calabria, sono saltati i tracciamenti e sono stati annullati tutti i servizi ai cittadini che si sono contagiati con il virus. L’iter usuale prevede che una volta risultati positivi al tampone effettuato in una struttura privata, scatti una serie di meccanismi che comprendono la segnalazione all’Azienda sanitaria provinciale e l’emissione di un’ordinanza di quarantena da parte del sindaco sia per il soggetto positivo che per le persone conviventi e i contatti diretti. Tutto questo non avviene da diversi giorni. Il meccanismo si e’ inceppato e il carico di lavoro e’ diventato ingestibile, anche a causa del personale insufficiente negli uffici dell’Asp. In questo modo si lasciano diverse persone prive di qualunque ordinanza che ne possa limitare i movimenti, ma si cancellano anche i servizi ai cittadini che sono risultati positivi. E i casi non tracciati non sono conteggiati nel bollettino quotidiano.

Calabria, saltano i controlli dei positivi. Sanità sempre nel caos
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