Boss scarcerati, 112 mafiosi e trafficanti di droga ai domiciliari. Per il ministero è tutto normale

4 Settembre 2020
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 Ha fatto sobbalzare in molti il titolo che ieri Repubblica ha messo in prima pagina. Eccolo.

E nelle pagine interne si entra nel merito.

Si legge nel servizio che per giustificare i numeri “Dal Dap spiegano: «Ad esempio, fisiologiche cause processuali, applicazione di benefici previsti dalla legge, oppure motivazioni sanitarie pregresse, del tutto distinte dal rischio Covid». Insomma, fino ad inizio maggio, quando poi c’è stato il cambio di gestione, al Dap c’era una certa confusione sulle scarcerazioni. E restano ancora le ombre pesanti sulla circolare che le ha sostanzialmente attivate, segnalando alcune patologie come “a rischio” di contagio Covid”.

Le reazioni sono state un fiume in piena, perché dopo i due decreti varati a maggio dal governo per arginare questo fenomeno i numeri restano importanti. Sono 112 in tutto e tra loro ci sono mafiosi e trafficanti di droga, scrive il quotidiano la Repubblica. Altri 111, i più pericolosi, sono invece tornati dietro le sbarre proprio per effetto di quei provvedimenti che hanno imposto alla magistratura di rivalutare le proprie decisioni alla luce del mutato quadro dell’emergenza Covid 19. Quelle scarcerazionni sono state “decise dalla magistratura in piena autonomia e indipendenza nel bel mezzo della pandemia”, replica Alfonso Bonafede, annunciando di aver “già avviato uno stretto monitoraggio per verificare l’applicazione dei due decreti antimafia”.

Il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma fa sapere che “Di persona detenuta al 41 bis attualmente ancora ai domiciliari ce n’è una sola”, dice riferendosi al caso del boss della camorra Pasquale Zagaria e invitando tutti a rispettare le decisioni della magistratura. A chiedere a Bonafede di lasciare è innanzitutto Fratelli d’Italia.

“E’ scandaloso che 112 mafiosi e narcotrafficanti scarcerati durante il lockdown non siano mai tornati dietro le sbarre e si trovino ancora ai domiciliari. Il ‘sommo scarceratore di boss’ Bonafede aveva giurato che dopo averli liberati li avrebbe riportati uno ad uno in galera, ma era una colossale menzogna e ora si dimetta”, attacca Giorgia Meloni. Richiesta ribadita dal capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, che parla di uno schiaffo a “chi quotidianamente combatte la mafia” e di “una conferma del fallimento dell’esecutivo guidato da Conte”.

Il Guardasigilli tira dritto e in un post su Facebook rivendica la scelta dei due decreti che hanno imposto ai giudici “di rivalutare, con il parere obbligatorio delle direzioni distrettuali antimafia, la posizione di tutti i detenuti per reati gravi posti ai domiciliari”.

Photo by Emiliano Bar 

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