Nove anni per la ricostruzione in Romagna sono troppi perché “abbiamo bisogno di fare molto presto. Penso e voglio credere che Musumeci sia stato male interpretato”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, commenta le dichiarazioni di ieri del ministro per la Protezione civile. “Voglio credere che si riferisse alle ricostruzioni che possono essere lunghe- afferma Bonaccini, questa mattina a Bologna a margine delle celebrazioni per i 45 anni di Ant- perché in questo caso abbiamo bisogno di fare molto presto. Peraltro qui non ci sono le pietre da ricostruire, come per il sisma, ma una volta tolta l’ acqua e spalato il fango ci sono da fare lavori già prima dell’autunno”. Bonaccini elenca strade, argini e frane da sistemare.
“Dobbiamo fare lavori immediati- insiste – che in parte si stanno facendo in somma urgenza. Ma non tutto può essere fatto in somma urgenza, perché poi mancano le risorse. Per questo chiediamo di insieme tenere ricostruzione ed emergenza, come si fece per il terremoto”. Allo stesso modo, punge Bonaccini, “non credo nemmeno che abbia voluto dire che non può essere un presidente di Regione a fare da commissario. Non ci credo che l’abbia detto Musumeci. Lo dico, ma non mi sto autocandidando a nulla. Però è evidente che non può esserci un nesso tra l’esserlo o no, perché io sono in questo momento, riconfermato dal Governo in carica, per l’ ultimo anno commissario per la ricostruzione post-sisma. E lo sono stato in tutti questi anni in cui ho fatto contemporaneamente sia il presidente di Regione sia il presidente della Conferenza delle Regioni”.
Tra l’altro, rimarca Bonaccini, “non è un caso che anche altri presidenti di Regione abbiano detto che sarebbe curioso che non fosse così”. In ogni caso, ribadisce il governatore, “facciano chi vuole, l’importante è che facciano presto. Se si fermano la Romagna e l’Emilia-Romagna, si ferma una parte del Paese”.