Biden, Fauci, i social e le origini del Covid

27 Maggio 2021
Lettura 2 min

di Luigi Basso – In questi ultimi giorni è andata in scena una delle più clamorose e sfacciate inversioni a U della storia, che avrà ripercussioni geopolitiche assolutamente straordinarie.
Per oltre un anno chiunque (ogni riferimento a Trump è puramente voluto) osasse dire che il Covid 19 potesse essere un virus manipolato dall’uomo e uscito da un laboratorio cinese era più o meno additato come una via di mezzo tra un cretino ed un terrorista.
Questo “negazionismo” era portato avanti da tutto il sistema dei media nonostante tutti sapessero che la Cina ed il popolo cinese sono le prime vittime di un sistema economico globale di stampo socialista che ha eletto Pechino come la “discarica” del mondo.


In effetti, per restare nel campo delle tecnologie biotech e delle ricerche di laboratorio, è noto che le principali multinazionali occidentali hanno installato laboratori sul suolo cinese proprio per poter fare esperimenti senza correre rischi legali, vista la deregulation esistente in Cina; per essere più chiari, se questi scienziati, veri e propri Frankenstein, facessero le stesse cose in laboratori sul suolo europeo o americano finirebbero dritti in galera.


Per chi volesse saperne di più sulla moralità di molti scienziati occidentali si consiglia di leggere, lontano dai pasti, il seguente articolo del The Sun https://www.thesun.co.uk/news/14442711/china-dumping-ground-frankenstein-research-pandemic-covid/.


Per l’argomento che qui interessa, si pensi che tra le cose vietate in USA troviamo, fin dai tempi di Obama che emanò un Ordine Esecutivo, lo studio dei guadagni di funzione sui virus: si tratta, in buona sostanza, di quel tipo di ricerca di laboratorio che consiste nello scatenare in laboratorio una evoluzione dei virus verso forme sempre più resistenti ed aggressive per studiarne le caratteristiche. L’ipotesi, tutta da verificare e da dibattere, è che durante una di queste ricerche qualcosa non abbia funzionato e che durante un esperimento, in qualche laboratorio, sia “scappato” un virus selezionato in una forma super resistente ed aggressiva.


La faccenda è tutt’altro che campata per aria, visto che nei giorni scorsi il dottor Fauci, il volto della lotta al Covid 19 negli USA, ha finalmente ammesso – dopo un anno – che occorre indagare sull’origine del Covid 19 e che non è più tanto sicuro che il virus abbia un’origine naturale.

A ruota, martedì, Joe Biden ha emesso un Ordine rivolto alle Autorità Federali di verificare se il virus Covid 19 abbia un’origine naturale o artificiale. Ieri, infine, un funzionario di Facebook ha confessato a Politico che l’azienda non censurerà più i post che discutono sull’origine artificiale del Covid 19. Comunque vada a finire l’indagine di Biden, è evidente che tutta questa storia dimostra che la censura delle opinioni e dei dibattiti è sempre una pessima idea, sia dal punto di vista della tutela dei diritti sia dal punto vista del progresso della scienza che, senza il “polemos”, lo scontro tra opinioni diverse, cessa di essere tale. Non a caso, una volta, a scuola si insegnavano i casi di Giordano Bruno e Galileo Galilei proprio per dimostrare ai giovani che è meglio discutere dieci idee sbagliate che oscurarne una vera. Ma chi non conosce la storia, come diceva un tale, è destinato a riviverla.

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