Autonomia, Lep (attesi da anni) definiti a dicembre. Insorge Fedriga, mentre Zaia apre le danze con la protezione civile

4 Ottobre 2024
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 I Lep saranno definiti a dicembre. E’ quanto si apprende dalla Commissione, presieduta dal Sabino Cassese, incaricata di sviluppare una procedura per la definizione dei fabbisogni dei livelli essenziali delle prestazioni. La definizione dei Lep è di fatto propedeutica all’Autonomia differenziata perchè rappresentano i requisiti minimi di servizio da garantire in modo uniforme in tutto il territorio nazionale, per assicurare i diritti sociali e civili sanciti dalla Costituzione. 

E proprio sui tempi riaccende le polemiche il governatore del Friuli Venezia Giulia, nonchè esponente di spicco della Lega, Massimiliano Fedriga, che ha chiesto con forza “il rispetto di una legge votata dal Parlamento e da tutta la maggioranza”. “E’ gravissimo – ha detto – che in questi anni non siano stati fatti i Lep”. Un tema, quello dell’assenza dei Lep, sollevatore più volte anche Roberto Calderoli, autore della legge e ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. “E’ gravissimo che in questi anni non siano stati fatti i Lep – ha tuonato Fedriga parlando a Skytg24 – non per l’autonomia differenziata, ma perché sono i livelli essenziali di prestazioni che deve garantire anche lo Stato centrale”, così come “Regioni , Province e Comuni, o chiunque eroghi i servizi ai cittadini”. Per il governatore se ancora oggi la definizione dei Lep non è stata portata a casa significa “che non sono garantiti i livelli essenziali delle prestazioni, anche se non c’è l’autonomia differenziata”. 

Ma la discussione resta calda. “Io vorrei sapere un numero solo, cioè quanti miliardi costa l’autonomia, e oggi nessuno ce lo dice”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine delle celebrazioni per i 164 anni dalla fondazione della Polizia locale. “Se vogliamo dare dei livelli essenziali di servizio, di prestazioni uguali per tutta Italia, è evidente che ci sono una serie di Regioni che sono indietro e portarli a pareggiare il livello essenziale vuol dire metterci un sacco di risorse”, concludono.

“La domanda del sindaco Sala ha già avuto risposta nell’aula del Senato dal ministro Giorgetti: ‘L’ autonomia differenziata non ha ricadute sui conti’. Forse Sala non ha letto i giornali di qualche giorno fa. Oppure, piu’ probabilmente, il sindaco ripropone la consueta tattica che la sinistra usa per depistare dal punto centrale della riforma Calderoli e del Titolo V della Costituzione, e cioe’ che l’autonomia e’ piena assunzione di responsabilita’ da parte delle regioni e dei suoi amministratori a costi invariati per lo Stato». Cosi’ il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sulle affermazioni del sindaco di Milano.

“Il meccanismo – aggiunge il governatore – e’ oliato: si ripete continuamente una affermazione superficiale e non veritiera, finche’ nel rumore di fondo del dibattito politico possa affermarsi come una verita’ incontestabile. Siamo alle solite. Sono certo che il mio amico ed esperto sindaco di Milano abbia anche letto un altro passaggio dell’intervento di Giorgetti in Senato dedicato al federalismo: ‘per me il federalismo e’ l’introduzione del principio di responsabilità’ in ogni livello e quindi efficienza e risparmio di spesa, non fonte di maggiore spesa’”. “Infine, da ieri e’ iniziato il negoziato sulle materie ‘no Lep’ che per definizione non spostano un euro. E’ il momento di iniziare a parlare seriamente della realta’ e delle funzioni amministrative che da subito possono aiutarci a lavorare piu’ efficace per i nostri cittadini”.

Poi il colpo da 90 lo assesta il governatore veneto Zaia, far partire l’autonomia differenziata dalla protezione civile. Ma il governo fa già muro. Forza Italia e Fratelli d’Italia sono pronti a dire no. Il dossier presto potrebbe finire sul tavolo della premier Meloni, al momento non e’ ancora in agenda un incontro con le quattro regioni del centrodestra che intendono accelerare, ma il tema rischia di spaccare la maggioranza.

Ma Zaia: “Non intendiamo creare tante protezioni civili regionali, ma piu’ semplicemente – ha osservato il governatore del Veneto – chiediamo di poter gestire quelle funzioni che ci permettono di meglio rispondere alle esigenze dei cittadini. In caso di calamita ‘naturalmente relativa ad una regione (per esempio, una alluvione), il presidente potra’ adottare ordinanze in deroga senza attendere che provveda il governo a livello nazionale. Quando i cittadini si trovano l’acqua in casa non possono aspettare la burocrazia”.

Quella di ieri con l’inizio della trattativa governo-regioni per le deleghe delle prime materie “è una giornata storica perché per la prima volta assieme al governo passiamo alla fase operativa. Finora ci si è mossi in un ambito legislativo e tecnico-amministrativo. D’ora in avanti si lavorerà alla scrittura dell’intesa che poi diventerà il contratto che ogni Regione firmerà”. Il governatore del Veneto, l Corriere della Sera, non nasconde la soddisfazione dopo l’avvio del tavolo con la sua regione, Lombardia, Piemonte e Liguria. “E’ una cosa -aggiunge- che possono fare tutte le altre Regioni in qualsiasi momento”. “Chiedo un atto di fiducia perché il nostro Paese, che è il più bello del mondo, si merita di più di un centralismo che ha prodotto diseguaglianze e 3 mila miliardi di debito pubblico”, aggiunge il governatore veneto. “Di fronte ad una riforma epocale è normale che vi sia dibattito. Un Catone c’è sempre -spiega-. Ho fatto da apripista su questa materia e non ho mai trovato la strada spianata. La critica stimola e ci aiuta a crescere e migliorare Dobbiamo solo mettere nero su bianco e comunicare il risultato e tutto sarà più chiaro anche agli scettici. Il Veneto cercherà, se possibile, di chiudere al più presto l’intesa. I miei colleghi, non solo Occhiuto, quando vedranno i risultati capiranno che con quelle funzioni delegate saranno in grado di dare migliori risposte anche ai loro cittadini”.

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