Due beneficiari su tre del reddito di cittadinanza non sono immediatamente rioccupabili. La platea che ha usufruito delle Reddito di cittadinanza o della Pensione di cittadinanza, copre, nel 2020, 1,6 milioni di nuclei familiari, pari a poco meno di 3,7 milioni di individui. Il 29% è costituito da persone con un’età inferiore a 20 anni; il 33% è costituito da persone con un’età compresa tra i 20 e i 44 anni. Il 64% sono residenti nelle regioni meridionali. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Inps. I due terzi dei 3,7 milioni di beneficiari, pari quindi a 2,4 milioni d’individui, non risultano presenti negli archivi Inps degli estratti conto contributivi negli anni 2018 e 2019, e sono quindi distanti dal mercato del lavoro “e forse non immediatamente rioccupabili”; il restante terzo, che invece risulta presente, rivela in media un reddito pari al 12% delle retribuzioni annue medie dei lavoratori del settore privato in Italia, e solo il 20% ha lavorato per più di 3 mesi nel corso del periodo precedente all’introduzione del sussidio, dipingendo quindi un quadro di considerevole esclusione sociale per gli individui coinvolti dalle misure.

ASSISTENZIALISMO DI STATO – Il reddito di cittadinanza, due su tre non sono rioccupabili
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