Analfabeti sanitari, il 23% in Italia

19 Dicembre 2021
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Come è stato dimostrato dai risultati del secondo studio europeo sull’alfabetizzazione sanitaria in 17 paesi europei, molti cittadini europei trovano difficile giudicare le diverse opzioni di trattamento o utilizzare le informazioni dei media per prevenire le malattie o trovare informazioni su come gestire i problemi di salute mentale. Dieci anni dopo il primo studio europeo sull’alfabetizzazione sanitaria (HLS-EU) in otto paesi dell’UE, sono ora disponibili i risultati del secondo studio europeo sull’alfabetizzazione sanitaria (HLS19), basati sulle esperienze di 42.445 intervistati in 17 paesi della regione europea dell’OMS. I paesi inclusi sono Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Norvegia, Portogallo, Federazione Russa, Slovacchia, Slovenia e Svizzera. Utilizzando strumenti di misurazione di nuova concezione e validati, lo studio si è concentrato sull’alfabetizzazione sanitaria generale e su tipi specifici di alfabetizzazione sanitaria come l’alfabetizzazione sanitaria legata alla navigazione sul web, l’alfabetizzazione sanitaria relativa alla comunicazione con i medici, l’alfabetizzazione sanitaria digitale e l’alfabetizzazione sanitaria relativa alle vaccinazioni. Inoltre, l’alfabetizzazione sanitaria e la qualità della vita correlata alla salute sono state analizzate in relazione ai costi sanitari

Il rapporto internazionale sulla Metodologia, i Risultati e le Raccomandazioni dell’indagine europea sulla popolazione sull’alfabetizzazione sanitaria 2019-2021 (HLS19) dell’OMS Action Network on Measuring Population and Organizational Health Literacy (M-POHL) è disponibile qui. In Italia, la percentuale complessiva dei 3500 intervistati che hanno selezionato “molto difficile” o “difficile” alle domande del questionario comune a 12 items (HLS19-Q12) è il 31%, rispetto ad una media dei 17 paesi del 23%; 53% ha risposto “facile” e 16% “molto facile”. Ciò si riflette, nel campione italiano, in un 23% di persone con livello di Health Literacy “inadeguato”, 35% “problematico”, 34% “sufficiente” e 9% “eccellente”; le percentuali corrispondenti nel campione complessivo dei 17 paesi partecipanti sono 13%, 32%, 40% e 15%. Data l’emergenza della pandemia COVID-19, l’Italia ha aggiunto un modulo specifico di 16 domande riguardanti le difficoltà nel reperire, comprendere, valutare e prendere decisioni in base alle informazioni sulla salute disponibili, da cui è emerso che il 6% ha risposto “molto difficile”, 25% “difficile”, 52% “facile” e 17% “molto facile”.

In Europa tra il 25% ed il 72% degli intervistati è stato identificato come soggetto a problemi di alfabetizzazione sanitaria, quindi, a seconda del paese, da un residente su quattro a tre residenti su quattro hanno un’alfabetizzazione sanitaria limitata. La distribuzione dei livelli di alfabetizzazione sanitaria varia ampiamente all’interno dei paesi e tra i paesi e può anche essere influenzata dalle differenze nelle metodologie applicate. Un’ampia percentuale ha riscontrato difficoltà nel giudicare le diverse opzioni di trattamento farmaceutico o chirurgico, nell’utilizzare le informazioni dei media per prevenire le malattie e nel trovare informazioni su come gestire i problemi mentali. Per quanto riguarda l’alfabetizzazione sanitaria legata alla navigazione sul web, i partecipanti hanno trovato molto difficile comprendere le informazioni sulle riforme sanitarie, giudicare l’idoneità dei servizi sanitari, scoprire i diritti dei pazienti e giudicare l’estensione della copertura assicurativa sanitaria. Per quanto riguarda l’alfabetizzazione sanitaria relativa alla comunicazione con i medici, ottenere abbastanza tempo dai medici ed esprimere opinioni e preferenze personali è stato perseguito con maggiore difficoltà. Inoltre, è stato riscontrato che i partecipanti con una minore alfabetizzazione sanitaria hanno più contatti con medici di famiglia e servizi di emergenza.

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