Addio ai turisti russi. L’Italia si rifà col metaverso. L’analisi di Vamonos-Vacanze.it: In 36 milioni hanno preferito l’acquisto online

7 Luglio 2022
Lettura 4 min

Vamonos-Vacanze.it, il tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo, traccia un bilancio sullo stop del turismo dalla Russia. Fortunatamente cresce il turismo dell’«Italia per l’Italia»: negli ultimi 180 giorni 36 milioni gli italiani hanno comprato almeno un bene o un servizio sul web.


«Il settore dei viaggi —già fortemente compromesso da 2 anni di pandemia da Covid-19— subisce ora un altro duro colpo proprio a causa delle sanzioni europee comminate alla Russia per l’aggressione all’Ucraina» spiegano gli analisti di Vamonos-Vacanze.it, il tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo che quest’estate ha triplicato le vendite, traccia un bilancio del turismo dalla Russia.

Secondo i dati raccolti da Vamonos-Vacanze.it, prima della crisi pandemica, nel 2019, il turismo russo generava in Italia 1,7 milioni di arrivi e 5,8 milioni di presenze, producendo un volume d’affari di 2,5 miliardi di euro.

Un danno notevole che colpisce prevalentemente gli alberghi a 5 stelle e l’indotto del luxury travel, soprattutto nelle località tanto amate dai russi come la Sardegna o come Forte dei Marmi, dove oggi —con molti meno russi— vi è chi ricorda l’era degli Agnelli, degli Orlando, dei Rizzoli. Mete che rimangono d’élite ma più sobrie.

Certo questa crisi non tocca operatori come Vamonos-Vacanze.it, che anzi quest’anno ha triplicato le vendite contribuendo a compensare —per località come le nostre Isole— la perdita russa.

«Ma è difficile fare paragoni, perché il fenomeno russo era ormai arrivato a 40 anni di maturazione, a partire dagli Anni Ottanta passando per i magnifici Anni Novanta. Proprio nel 1991, rispetto ai 5 anni precedenti, il turismo da parte di quella che allora era l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, si era quintuplicato, sfiorando l’1,3 milioni di presenze a pari merito con i giapponesi, che all’epoca erano i nostri più grandi fan» spiega Emma Lenoci, fondatrice di Vamonos-Vacanze.it.

E neanche le problematiche legate all’incipiente Perestroyka di Gorbaciov o al cambio molto sfavorevole del rublo di quel periodo riuscirono a revertire quella tendenza.

Un boom costante e progressivo che portò nel 1995 l’Ente Nazionale per il Turismo italiano (ENIT) ad aprire un ufficio proprio nella Capitale sovietica, andando a favorire ulteriormente il flusso crescente di turisti russi verso il nostro Paese.

Il salto più grosso lo si è però potuto registrare a partire dal 2003, quando Vladimir Putin fu ospite di Silvio Berlusconi nella stessa villa in cui l’anno precedente avevano trascorso qualche giorno in riva al mare le sue due figlie adolescenti: Maria e Iekaterina.

Ed in quello stesso anno —il 2003— sulle spiagge del Salento c’era stato anche l’ex premier sovietico Mikhail Gorbaciov.

Ma chi sono i turisti russi-tipo? Vamonos-Vacanze.it ne traccia un profilo a partire dall’Indagine sul Turismo Internazionale realizzata dalla Banca d’Italia nel 2014.

«Il russo-tipo è certamente un big spender, ma non dobbiamo pensare solo a magnati ed oligarchi: il turismo russo è fatto anche da persone medie con un altro tenore di vita che secondo quanto rilevò la Banca d’Italia spendevano mediamente nel nostro Paese ben 170 euro al giorno, il 65% in più rispetto alla spesa media degli altri turisti stranieri che soggiornavano in Italia» sintetizza Emma Lenoci.

Significativo è il fatto che dal 2009 al 2014 i pernottamenti di turisti russi in Italia sono passati da meno di 3 milioni e 600 mila ad 8 milioni e la spesa è salita da 623 milioni ad 1 miliardo e 328 milioni di euro, includendo sia i pacchetti deluxe per i Paperon de’ Paperoni che quelli per le altre fasce di ricchezza.

«Ora però —prosegue la fondatrice di Vamonos-Vacanze.it— tutto questo è compromesso». Il flusso di presenze e di denaro è infatti messo in mora dal conflitto Mosca-Kiev e dal fatto che per i russi è ogni volta oggettivamente più difficile arrivare in Italia.

Tornando al profilo di russo-tipo, scopriamo poi che del nostro Paese i russi amano l’arte, la moda, lo stile ed il cibo, ma anche i vini. A partire dal 2004 la Russia ha iniziato perfino ad ospitare un’edizione locale del Vinitaly, arrivando l’anno successivo ad avere una partecipazione record, con più di 100 aziende che hanno consentito di triplicare i numeri del 2003.

Nel 2015 fu poi Vladimir Putin —nel corso delle dichiarazioni finali con l’allora presidente del consiglio italiano Matteo Renzi— a snocciolare altri dati.

«I cittadini russi lasciano in Italia oltre un miliardo di euro l’anno e gli investimenti russi nel Belpaese sono di 3 miliardi di euro —a fronte di oltre 400 grandi aziende italiane operative in Russia— per oltre un miliardo di scambi commerciali» sottolineava Putin in quella circostanza.

«Ma se la prima crisi ucraina del 2014 non riuscì ad invertire la tendenza ed a frenare il boom dei turisti russi verso lo Stivale —che anzi aumentarono del 3%— rispetto al 2013, oggi le cose hanno preso proprio un’altra piega» concludono gli analisti di Vamonos-Vacanze.it.

«Siamo di fronte —spiega Emma Lenoci— ad un momento storico decisivo per la trasformazione dei modelli di business delle aziende, che devono oggi rispondere con prontezza alle nuove esigenze di consumatori che —soprattutto nell’ambito del turismo— chiedono esperienze sempre più personalizzate».

«Entro il 2026 anche i 30-40enni, che sono la maggior parte dei nostri clienti-tipo, trascorreranno almeno un’ora al giorno nel “metaverso”» sostiene la fondatrice di Vamonos-Vacanze.it.

«Proprio per questo siamo già al lavoro sul fronte del “metaverso”, dove la personalizzazione del servizio sarà ancora maggiore. Ma alla fine sarà più facile per i viaggiatori trovare esattamente ciò che vogliono, l’esperienza più adeguata a loro nel momento della loro scelta» conclude Lenoci.

Nel frattempo, secondo le stime di Vamonos-Vacanze.it, negli ultimi 180 giorni sono ben 36 milioni gli italiani che hanno comprato online almeno un bene o un servizio, realizzando mediamente 1,5 acquisti procapite, quindi per un totale di 54 milioni di transazioni.

«L’ecommerce è trainato dal segmento degli acquirenti abituali che negli ultimi 180 giorni sono stati 18 milioni, un numero che rappresenta l’88% delle transazioni totali ed il 92% del valore totale degli acquisti online» spiegano gli analisti della piattaforma che, relativamente al mese di luglio 2022, confermano la persistenza della domanda per i gioielli italiani (+32% sul 2021) —con Sardegna, Sicilia e Puglia sempre in testa— e per le vacanze in barca a vela (+21%).

In maggiore salita invece i viaggi ai confini del Mediterraneo (+680%) con Isole Baleari ed Isole Greche in testa, le crociere (+435%) ed alcune mete extra-Ue (+318%), con il Mar Rosso in testa.

E tra le mete più economiche, senza rinunciare proprio a nulla, c’è proprio il Mar Rosso. Ad andare per la maggiore è infatti la vacanza a Sharm El Sheikh, una delle location più belle e suggestive del mondo, dove bastano 137 euro al giorno, quasi quanto una famiglia media spende per andare al mare sotto casa. Posti ancora disponibili per il periodo 23-30 luglio 2022.

Tra le mete in Italia, rimane invece imbattibile la settimana al mare a Pugnochiuso, anche in questo caso all-inclusive, che su Vamonos-Vacanze.it costa meno di 75 euro al giorno. Posti ancora disponibili per il periodo 16-23 luglio 2022.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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