5Stelle, sparisce Rousseau. Verso scissione a Bruxelles. E la Procura apre inchiesta su soldi a piattaforma

3 Novembre 2020
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Il M5s non si ferma e, nonostante l’emergenza sanitaria, definisce gli ultimi passaggi in vista degli Stati generali che terranno la loro plenaria conclusiva a meta’ novembre. E per la quale saranno chiamati ad intervenire fino ad un massimo di 30 attivisti: trenta iscritti per la scelta dei quali sono partite oggi le consultazioni su Rousseau. La platea degli iscritti al Movimento potrebbe invece restare fuori dalle decisioni che prendera’ il gruppo parlamentare alla Camera se passera’ la modifica allo Statuto che i deputati 5 Stelle sono chiamati a votare fino a giovedi’. Modifiche rivoluzionarie che andranno ad impattare non solo sul rapporto tra gli eletti e gli iscritti, ma anche su quello con Rousseau. Il nuovo Statuto, riscritto da un comitato e fortemente voluto, tra gli altri, dal vicecapogruppo Riccardo Ricciardi che preme farlo votare (servono infatti due terzi dei componenti per approvare le modifiche su cui ci si potra’ esprimere anche via e-mail), prevede l’eliminazione dal regolamento della parte che attribuisce anche agli iscritti M5s la possibilita’ di determinare l’attivita’ parlamentare del Movimento.

I deputati del Movimento 5 stelle hanno tempo fino a giovedì prossimo, 5 novembre, alle ore 17, per votare (a maggioranza assoluta dei componenti) le modifiche allo statuto del gruppo parlamentare. Un voto sul quale si concentrano aspettative e tensioni ma che già nella bozza sottoposta al voto contiene i semi di un cambiamento che accompagna quello che sta investendo il Movimento più in generale. Non è più citata, ad esempio, la piattaforma Rousseau, oggetto da mesi ormai di una contesa interna al Movimento, che nella maggioranza del suo gruppo dirigente reale punta da tempo a ridimensionare l’influenza di Davide Casaleggio, erede del cofondatore e ancora detentore del controllo sulle procedure interne e di un grande peso sulle strutture di comunicazione. Nella nuova formulazione dell’articolo 2 comma 4 del documento “il Gruppo individua come strumenti ufficiali per la divulgazione delle informazioni i canali del MoVimento 5 Stelle e altri che riterrà di adottare con propria delibera assembleare a maggioranza assoluta. Altresì il Gruppo potrà utilizzare gli stessi canali sopraindicati per la condivisione delle indicazioni politiche e i contributi partecipativi dei cittadini”. Di fatto un superamento del monopolio di Rousseau, controllato da una associazione presieduta da Casaleggio.

Nel frattempo, a Bruxelles, il caos nel gruppo M5s infuria. I 4 europarlamentari dissidenti – tra i quali Ignazio Corrao – decidono, si apprende da fonti del gruppo, di licenziare otto comunicatori. Un vero e proprio blitz, modulato attraverso il taglio dei fondi che ciascun eurodeputato ha a disposizione e che si inscrive nella frattura da tempo interna al gruppo. “Non per responsabilita’ dei comunicatori, ma di fatto questi eurodeputati erano stati esclusi dalla comunicazione ufficiale del M5s“, spiegano fonti vicine agli europarlamentari dissidenti. E la scissione, a Bruxelles, e’ piu’ vicina. 

Ma c’è un altro capitolo che complica le cose. La PROCURA di Milano, secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti giudiziarie, indaga sulla vicenda dei 119.800 euro trasferiti dal ‘Comitato eventi nazionali’, già ‘Comitato Italia 5 Stelle’, che organizzò la festa di ‘Italia 5 Stelle’ a Rimini nel 2017, all’Associazione Rousseau. Il fascicolo aperto contro ignoti è sul tavolo della Pm Alessia Menegazzo, la quale, spiegano le stesse fonti, sta valutando il titolo di reato. Con un esposto presentato a giugno, l’avvocato dei dissidenti grillini Lorenzo Borrè aveva chiesto alla PROCURA di valutare l’operato del Comitato Italia 5 Stelle del 2017 in merito alle informazioni fornite al pubblico al momento della raccolta delle donazioni per la kermesse di Rimini e al trasferimento dell’avanzo di cassa in favore dell’Associazione presieduta da Davide Casaleggio. “Quel Comitato fu creato da Casaleggio, Massimo Bugani e David Borrelli, i quali erano anche soci di Rousseau, ovvero l’Associazione che poi avrebbe beneficiato di quel versamento”, spiegò Borrè al momento della presentazione dell’esposto. Attualmente Bugani e Borrelli non fanno più parte del ‘board’ di Rousseau. Secondo l’avvocato, i simpatizzanti che nel 2017 contribuirono all’organizzazione della festa con le loro donazioni non potevano sapere che le eccedenze sarebbero state devolute a Rousseau, perché all’epoca dei fatti l’atto costitutivo del Comitato non era stato pubblicato sul sito del M5S (cosa che, rimarca Borrè, “accadrà solo in seguito alla presentazione dell’esposto”). L’articolo 16 dell’atto costitutivo prevede infatti che “se allo scioglimento del Comitato dovessero restare fondi a disposizione, questi verranno devoluti all’Associazione Rousseau”.

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